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Curiosità

Manzoni e le sue prodigiose polpette

A un certo punto delle vicende de I promessi sposi, Renzo, deciso a sposare di nascosto Lucia per sottrarla all’attenzione morbosa di Don Rodrigo, invita a cena i due testimoni prescelti, gli amici Toni e Gervaso, che, non passandosela affatto bene, accettano di buon grado la proposta.

I tre giungono così all’osteria del villaggio, un «luogo di delizie», ma anche un luogo di passaggio che segna l’uscita dal mondo delle difficoltà verso una realtà dell’abbondanza, ma solo apparente: qui un oste grottesco, «con una tovaglia grossolana sotto il braccio, e un fiasco in mano», porta un piatto di polpette prodigiose, che addirittura «farebbero resuscitare un morto». Non sappiamo precisamente quale ricetta l’oste abbia usato. Nella mente di Manzoni, però, è ben presente quella delle mondeghili milanesi, polpette di carne con verdura, formaggio, pangrattato, cotte nel burro o fritte, talvolta avvolte nell’immancabile verza, il cui nome è un adattamento milanese del termine almondiguilla ‘polpetta’ importato dagli Spagnoli a Milano durante la loro dominazione.

Quando la madre di Alessandro Manzoni, Giulia Beccaria, chiese al figlio perché avesse scelto di far degustare ai suoi personaggi affamati proprio quel piatto, Manzoni, buongustaio e buon bevitore, le rispose: “Cara mamma, mi avete fatto mangiare fin da bambino tante di quelle polpette, che ho ritenuto giusto farle assaggiare anche ai personaggi del mio romanzo”.